Unfinished Museum

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Anna Ghiotti

Mi fertilizza la bellezza che trovo nella natura, in un albero centenario e in un cielo stellato, nelle opere dell’uomo, in un libro o un film che mi apre la mente, nelle persone dall’anima pura.

Ho provato frustrazione nell’interrompere progetti ma alle volte anche sollievo nel liberare spazio per altro.  

 

Se ti dico Incompiuto qual è la prima cosa che ti viene in mente?

Le grandi opere: dalla Sagrada Familia all’autostrada Salerno-Reggio Calabria.

Unfinished di che colore/forma è?

L’incompiuto è un grigio scuro, quel grigio-blu dei cieli o mari in tempesta. Se penso invece a qualcosa mi viene in mente una galleria buia con in fondo la luce.

C’è qualcosa che hai lasciato incompiuto nella tua vita?

Nella professione alcuni progetti che mi hanno impegnata per mesi o anni con gruppi di colleghi/e e amiche. Nel tempo è venuta meno la forte motivazione iniziale e la fiducia nella riuscita del progetto, nella forza del gruppo. 

Poi ci sono diverse cose che ho interrotto, ad esempio lo studio del violino o il Karate dopo la cintura gialla, le lezioni di equitazione, il Tai Chi e lo yoga, un corso di ceramica fatto per qualche anno e poi lasciato alla nascita di Iacopo. Ma non mi viene da pensarli come incompiuti, piuttosto come assaggi o esperienze di qualcosa. Non avevo in mente un preciso punto d’arrivo, qualcosa da raggiungere.

La mia ricerca di senso nella vita che mi spinge costantemente a muovermi verso altro è invece sicuramente un incompiuto che porto con me dall’adolescenza e temo non troverà compimento.

Quale è il tuo rapporto con le cose incompiute?

Generalmente porto a termine quello che intraprendo, mantengo le promesse e gli impegni presi. Ho sempre provato dispiacere per lo spreco, l’inutilità di qualcosa iniziato e non finito, delle ore di lavoro “buttate”, dell’aver fatto perdere tempo alle persone. Ho provato frustrazione nell’interrompere progetti ma alle volte anche sollievo nel liberare spazio per altro. 

Sento rabbia invece per alcuni incompiuti nel mondo, in tema di diritti umani, di parità di genere, di ambiente.

Viva l’incompiutezza perché?

Perché mette in movimento, non ci lascia dormire, ci stimola, pungola. Perché dalle ceneri degli incompiuti è nato Umus. 

Quand’è che un’opera per te è compiuta?

Quando è diventata ciò che immaginavo dovesse essere, è arrivata dove volevo arrivasse quando esce al mondo, arriva al suo pubblico, al destinatario, alle persone che gli attribuiscono valore e l’apprezzano. Se penso ai libri di Memoràmia, non è il momento in cui andiamo in stampa, ma quando viene consegnato o regalato il libro e il cliente ci manda un messaggio per condividere la sua gioia e ringraziarci.

Dove tieni le tue opere incompiute? 

Quaderni, file in cartelle dedicate, fogli e appunti sparsi. Non riesco a buttare via questo passato. Ho ritrovato recentemente i fogli relativi ad un progetto dimenticato di 25 anni fa e mi ha divertita rileggerlo nella sua genuina ingenuità.

Cos’è un fertilizzante per te? Cosa significa fertilizzare

Il fertilizzante è la benzina che mi dà energia e vita, che risveglia la passione. Senza fertilizzanti sono in modalità sopravvivenza, un giorno uguale all’altro. Mi fertilizza la scoperta, l’esplorazione, le nuove idee mie e le idee nuove degli altri, la genialità, la creatività dell’uomo. Mi fertilizza essere in viaggio e il camminare solitario su sentieri, l’esplorare in libertà, il silenzio, il dialogo. Mi fertilizza la bellezza che trovo nella natura, in un albero centenario e in un cielo stellato, nelle opere dell’uomo, in un libro o un film che mi apre la mente, nelle persone dall’anima pura. 

3 parole che abbineresti ad incompiuto

Da un anno in qua solo… UMus, UMus, UMus

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