Unfinished Museum

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Roberto Vogliolo

La mia attitudine ingegneristica tende a farmi voler chiudere i progetti, a mettere quel pezzo che manca in modo che girino gli ingranaggi, poi quando penso a tante cose incompiute, non solo mie, ma che ho incontrato negli anni, mi dico che sono anche belle per la loro incompiutezza.

Per me è come la prima storia d’amore che pensavi sarebbe stato l’amore della vita. Ogni volta che nasce un progetto è come se fosse il primo. Questo è anche bello perché per ogni progetto nuovo rinasce la scintilla, mi rinnamoro.

 

Unfinished di che colore/forma è?

Viola, e ha una forma elicoidale, una specie di fusillo.

Se ti dico Incompiuto qual è la prima cosa che ti viene in mente?

La voglia di completare, penso a quello che manca per completarlo. Non ci vedo del negativo nella parola incompiuto, anzi, mi viene spontanea la domanda: cosa bisogna fare per completarlo? L’altra cosa che mi viene in mente è che ci sono tante cose incompiute che sono anche belle nonostante siano incompiute. La mia attitudine ingegneristica tende a farmi voler chiudere i progetti, a mettere quel pezzo che manca in modo che girino gli ingranaggi, poi quando penso a tante cose incompiute, non solo mie, ma che ho incontrato negli anni, mi dico che sono anche belle per la loro incompiutezza. Penso a progetti, più che ad opere d’arte, ai tanti progetti che mi hanno visto coinvolto, ad esempio quello recente della Digital Art Challange che è arrivato ad un certo punto, poi a causa del Covid è rimasto incompiuto. Però quello che abbiamo fatto esiste per me ed ha valore, comunque ha portato e porta qualcosa… quel qualcosa rimasto incompiuto acquista un suo senso, di fatto è un aggancio per poterci fare sopra altro di nuovo e stimolante, magari anche di diverso dal progetto iniziale.

Qualcosa che hai lasciato incompiuto?

Mi vengono in mente le tante cose messe in piedi con i soci della mia prima startup Art&Com, che creava progetti di sponsorizzazione di eventi e opere artistiche con una componente tecnologica, con noi le aziende potevano fare marketing e comunicazione del loro prodotto, valorizzando l’arte con progetti innovativi. Per esempio abbiamo realizzato la sponsorship per il Festival di Musica Barocca nella Scuola Grande di San Rocco a Venezia, creando nel 2000 un progetto bellissimo e producendo uno dei primi DVD con riprese multi angolo e tracce audio multiple, che allora era qualcosa di veramente innovativo. Quell’azienda è un incompiuto, il suo business plan non l’ha mai realizzato. Poi ci sono tanti altri progetti, forse perché le cose che mi piacciono non sono facilmente industrializzabili, per cui, quasi per definizione è facile che diventino incompiute, per via della flessibilità e dell’innovazione. 

Quali emozioni ti dà l’incompiuto?

Una delle cose che mi fa stare male, non è l’idea o il possibile giudizio degli altri di un fallimento, non me ne importa niente, è che io mi innamoro dei miei progetti e se non possono andare avanti mi piange il cuore perché penso a quello che poteva essere e non è stato. Per me è come la prima storia d’amore che pensavi sarebbe stato l’amore della vita. Ogni volta che nasce un progetto è come se fosse il primo. Questo è anche bello perché per ogni progetto nuovo rinasce la scintilla, mi rinnamoro.

Qualcosa di incompiuto che vorresti venisse finito?

Quale scelgo? Ce ne sono tantissimi! Quello a cui tengo tanto e penso che prima o poi farò, è la creazione di uno spazio fisico immerso nella natura, tra le montagne che tanto amo, dove far vivere progetti di innovazione condivisi, in cui far incontrare la creatività mia e delle persone che lo frequentano per sperimentare insieme nuove tecnologie in sinergia con la natura, nuove forme di collaborazione e di espressione, un po’ laboratorio, un po’ jam session dell’innovazione.

Viva l’incompiutezza perché?

… è uno stimolo per fare cose nuove.

Quand’è che un progetto per te è compiuto?

Questa è la domanda più difficile, non mi ricordo un solo momento in cui mi sono detto: ecco, questo è compiuto, evviva! Il bello della vita per me è avere qualche nuovo obiettivo da raggiungere. Man mano che vado avanti il progetto si trasforma, è un continuo cammino. Posso dire teoricamente che qualcosa è compiuto quando gli obiettivi che mi ero dato sono stati raggiunti, ma non riesco a darmi come obiettivo quello di dire “ce l’ho fatta, ho raggiunto un traguardo”. Nei miei progetti io vedo più un evolvere che un compiersi, il compiere non è davvero un obiettivo per me, posso raggiungere obiettivi intermedi che mi permettono di camminare in una certa direzione e magari corro il rischio di diventare un po’ inconcludente. Ma se mi dicono scherzando, alle volte è successo con amici, sei inconcludente di natura, io rispondo: sì io non voglio concludere. 

3 parole che abbineresti ad incompiuto

Apertura, malinconia, curiosità. Anche la cosa incompiuta di un altro mi genera curiosità.

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