Unfinished Museum

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Ilaria Bellini

In alcuni casi, davanti ai miei incompiuti, avverto un’energia viva: quella sensazione dei sabato pomeriggio di sole dei miei 10 anni. Si tratta di una sensazione fisica nella pancia, di quando finita la settimana di scuola scorrazzavo in bicicletta all’aria aperta, in campagna con gli amici. Quella sensazione di spinta, quel “si può fare”, la gioia di andare al di là della strada di casa: libertà selvaggia e del “tutto è possibile”. 

Se ti dico “incompiuto”, qual è la prima cosa che ti viene in mente?

La mia vita: obiettivi da raggiungere e idee da realizzare accanto a cose incompiute e che probabilmente rimarranno tali. L’incompiutezza è un concetto che, perlopiù, vivo in un’accezione positiva, quella del cammino. Durante la strada alcune cose andranno perse, altre rimarranno indietro, ma quelle in cui credo davvero, prima o dopo, le condurrò certamente a termine. L’incompiutezza allora è una possibilità, quella di avere ancora tempo. 

Unfinished, di che colore o forma è?

Di un colore scuro in passato, ma che sta diventando sempre più brillante in questo periodo della mia vita.

Quale è il tuo rapporto con le cose incompiute?

In molti casi vivo davanti ai miei incompiuti un’energia viva: quella sensazione dei sabato pomeriggio di sole dei miei 10 anni. Si tratta di una sensazione fisica nella pancia, di quando finita la settimana di scuola scorrazzavo in bicicletta all’aria aperta, in campagna degli amici. Quella sensazione di spinta, quel “si può fare”, la gioia di andare al di là della strada di casa: libertà selvaggia e del “tutto è possibile”. Mi viene in mente proprio una canzone della mia adolescenza di Francesco Guccini che dice: “Ma come vorrei avere da guardare ancora tutto come i libri da sfogliare / E avere ancora tutto, o quasi tutto, da provare”.

Un fertilizzante di cui avresti bisogno/il tuo fertilizzante preferito?

Il confronto, mi aiuta a superare momenti di procrastinazione e indecisione. Il parlare con gli altri, la lettura di un libro, la visione di un film o l’ascolto di discorsi ispiranti: il confronto è la scoperta di nuovi punti di vista, un cambiare prospettiva che mi nutre.

3 parole che abbineresti ad incompiuto?

Unico: penso ad alcune opere nel campo dell’architettura o della musica, che sono diventate opere d’arte a partire dalla loro incompiutezza.  Fallimento: nell’accezione negativa del non compiuto e rimpianto. In divenire: l’accezione che prediligo, quella del vedere nell’incompiutezza quell’opportunità celata, un po’ coccolata, da cogliere nel momento in cui saremo pronti.

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