Unfinished Museum

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Eva Perasso

Credo di non essermi mai addormentata la sera, in quei momenti in cui si tirano le somme della tua “to do list”, sapendo di aver fatto tutto, mai; c’è sempre qualcosa che resta indietro, ad esempio, vado a fare la spesa con la lista delle cose da comprare, la leggo e riesco comunque ad uscire con una cosa in meno, è come se lasciare incompiuto mi servisse, non so per cosa.

Se ti dico Incompiuto qual è la prima cosa che ti viene in mente?

Mi vengono in mente tutte le cose della mia vita, quella sensazione che porto dentro tutte le volte che come sempre non porto a termine qualcosa e lo lascio lì. É una sensazione di casa che conosco molto bene dentro, che mi procura una sottile tensione di cui ho un po’ bisogno per vivere, mi dà la sicurezza che ci sono ancora delle cose da fare, anche se poi ci sono delle cose che giustamente scadono e non sempre è possibile portarle a compimento. Credo di non essermi mai addormentata la sera, in quei momenti in cui si tirano le somme della tua “to do list”, sapendo di aver fatto tutto, mai; c’è sempre qualcosa che resta indietro, ad esempio, vado a fare la spesa con la lista delle cose da comprare, la leggo e riesco comunque ad uscire con una cosa in meno, è come se lasciare incompiuto mi servisse, non so per cosa.

Unfinished di che colore/forma è?

Un colore caldo, giallo-arancio, un colore di energia, solare, legato al fuoco. Ha una forma gassosa, volatile, non è né solido né liquido, potrebbe essere una fiamma, una nuvola, un soffio.

C’è qualcosa che hai lasciato incompiuto nella tua vita?

Ti faccio l’elenco? Quello che mi viene subito in mente sono i grandi incompiuti ad oggi: una laurea triennale in giornalismo, non presa nonostante la tesi già iniziata, mai finita. Io inizio cose e poi ne aggiungo altre. Mi sono iscritta all’università perché volevo diventare giornalista ma prima di laurearmi, avevo già trovato lavoro come giornalista e non ritenevo finire più funzionale. Un secondo incompiuto più recente, è il non essermi separata ufficialmente da mio marito, un tacito accordo dopo che ci siamo fatti preparare i documenti dall’avvocato. Abbiamo una divisione concordata, anche deciso per i figli, ma formalmente non abbiamo mai fatto questo passo, nessuno dei due ne ha poi più parlato. Pensando a piccoli incompiuti, mi viene in mente tutto ciò che è corsi, certificazioni, ad esempio il corso da sub, ho fatto ore di teoria e pratica senza poi fare il test, volevo prendere il brevetto e poi ho deciso che non mi importava. Poi c’è un progetto con un’amica per una start up innovativa family mix, un’idea carina di sharing economy, un network di scambio di babysitteraggio tra famiglie. Era un bel progetto adatto a genitori di figli con bambini piccoli. Ci ha comunque permesso di conoscere tante persone e di entrare nei circuiti della sharing economy. 

Quale è il tuo rapporto con le cose incompiute?

Come dicevo, le vivo con una lieve patina di tensione di fondo, anche un po’ di senso di colpa come condimento, però è anche un po’ come se fosse un tratto che mi distingue che fa parte di me e quindi è come se mi dicessi: ma va bene così, non era importante, nel frattempo hai fatto altre cose. Penso di aver bisogno di questa sottile ansia, è come se fosse una spinta ad andare avanti. Se fossi la brava ragazza che finisce tutto a fine giornata, non sarei io. Questa tensione è una parte nascosta di me, io mi dico “non sono una brava ragazza”. Ho sempre odiato da ragazza ma anche sul lavoro che mi chiamassero “l’ottima Eva”, non sono io, io so di essere l’incompiuta seriale.

Qualcosa di incompiuto che vorresti venisse finito?

Forse sì, è un incompiuto legato ad un luogo, ad una casa. Io sono di mamma sarda. In campagna vicino a Sassari dove c’è la casa di famiglia, una casa grande con tanto terreno, con un vecchio forno a legna, molto bella, oggi abbandonata perché tutte le anziane che ci vivevano sono nel tempo mancate. In questo momento è vuota e con mia madre abbiamo discusso tante volte di cosa fare di questa casa. É come se non riuscissimo ad arrivare al dunque, tante possibilità ma nessun progetto preciso. Ogni tanto parliamo di vendere, io dovrei da tempo fare un annuncio per metterla in vendita, ma non lo faccio mai. Mia madre mi chiede se ho messo l’annuncio, ma intanto continua a parlarmi di possibili progetti. Non sappiamo cosa fare di quel luogo per poterlo tenere, da bambina vivevo lì 6 mesi all’anno, ci sono cresciuta, lì c’è una parte della mia vita, mi piacerebbe che trovasse la sua strada, un progetto. 

Viva l’incompiutezza perché?

Mi fa sentire viva..

Quand’è che una cosa per te è compiuta?

Quando la dimentico, quando non ho più un pensiero per lei, la archivio in un cassetto della mente, non bussa più alla mi porta. Ci sono incompiuti che siccome non compirò mai, per me sono compiuti, perché non mi interessa neanche più compierli e finiscono nella scatolona, nel dimenticatoio insieme ai compiuti.

Cos’è un fertilizzante per te? 

Le relazioni umane, l’energia delle persone, la sorellanza è cibo per me, i miei figli mi fertilizzano tantissimo, l’amore filiale. Ultimamente anche gli animali, ho appeno preso un cane, cosa prima impensabile per me.

3 parole che abbineresti ad incompiuto?

Posso mettere me? Eva, volontà, tensione.             

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